«La goccia che fa impattare il vaso: il ridicolo caso delle ragazze che sporcavano le bottiglie nel negozio»
Un’immagine pubblicata online ha messo di fronte al ridicolo le azioni di due ragazze che, fingendosi coraggiose, hanno deciso di sputare dentro le bottiglie di succo e bibite acquistate in un negozio di una grande catena. Le ragazze, decise a creare un effetto virale, non si sonoresearie di non avendo assicurato la sicurezza delle loro azioni, mettendo a rischio la salute di chi poteva ingollare le bevande contaminate.
La scena è stata immortalata da un passante, che ha filmato le ragazze mentre erano occupate a «decorare» le bottiglie e a richiuderle poi sullo scaffale. L’uomo, visibilmente scosso, le ha interrotto con una interrogazione: «Pensate che sia giusto farlo?» Le ragazze, invece di esprimere rimpianto o scusa, si sono difese affermando che l’uomo le stava filmando per «diventare virali». Uno di loro, orgogliosa del proprio successo sui social media, ha addirittura menzionato i suoi 600 follower, aggiungendo ulteriore ispessimento alla situazione.
Il caso è andato a prendere una piega ancora più grottesca quando l’uomo ha chiesto alle ragazze di riflettere sulle conseguenze delle loro azioni. «Se io o mia figlia avessimo acquistato inconsapevolmente una di queste bibite contaminate», ha detto, «ciò sarebbe stato un disastro». Invece di riconoscere il potenziale danno causato, una delle ragazze ha attaccato i genitori dell’uomo, definendoli «cattivi» per aver affrontato il loro figlio di fronte a frontsceło.
Il caso ha suscitato indignazione e atto sconcertazione tra gli utenti social, con molti che chiedono di prendere delle azioni legali contro le ragazze e contro le piattaforme come TikTok e Instagram, che possono rilassare le regole per scoraggiare azioni simili. La storia solleva questioni spinose sulla responsabilità personale e sulla gestione delle azioni online, dimostrando come i social media possano creare percezioni folli di invulnerabilità e di immunità da conseguenze.
Come ha scritto un utente, «I social media hanno seriamente rovinato il cervello di molti ragazzi. Vedono questi ‘scherzi’ come esilaranti… Nessuna empatia, nessuna considerazione, niente.» È indispensabile che le piattaforme social chiedano di più ai loro utenti e di prendere misure per scoraggiare azioni simili. Questo incidente serve a ricordare che la responsabilità personale non può essere transnazionale e che le azioni online possono avere conseguenze reali e serie.
Leave a Reply